I dati riferiti al triennio 2021-2023, con specifica evidenza degli ateco del settore commercio, evidenziano una decrescita progressiva per la quale è necessario porre un forte argine al fine di evitare una dispersione così corposa.
Se da un lato la vincente strategia di brand multinazionali penalizza inesorabilmente il settore in esame, è pur vero che gli strumenti messi in campo fino ad oggi non sono sufficientemente adeguati per affrontare un cambio così profondo.
Penso in primis all’attrattore del turismo per il quale, nonostante gli sforzi che io stesso ho profuso con la costituzione in Camera di commercio del “Tavolo del Turismo”, manca ancora una visione armonica ed insieme capace di rilanciare le legittime aspettative dei territori, in special modo della città capoluogo.
Un altro elemento, non volendo facile facilmente evadere la necessaria analisi con il riferimento alla congiuntura economica negativa, e certamente legato all’assenza di infrastrutture capaci di rendere il centro di Taranto fulcro del settore. È una atavica questione quella del borgo umbertino ma la pubblica amministrazione dovrebbe ascoltare con maggiore attenzione le indicazioni provenienti dalle associazioni di categoria che, da più parti a più riprese, hanno sempre cercato di esporre i propri disagi fornendo sempre concrete soluzioni.
Come Camera di commercio abbiamo messo in campo misure straordinarie a sostegno del settore: sono stato il primo nella storia di questo Ente a promuovere la pubblicazione di un bando esclusivamente dedicato al settore del turismo, come di un voucher per sollevare gli esercenti dal caro energia.
Spero che una visione strategica riesca a restituire al settore del commercio il protagonismo che merita all’interno del nostro territorio.
Necessario porre un forte argine alla crisi del commercio: le mie considerazione a “La Gazzetta del Mezzogiorno”