Sono allarmanti i dati di Coldiretti sull’attuale condizione del settore agricolo: più di un’azienda su 10 è ormai costretta alla chiusura, mentre il 30% delle imprese lavora in una condizione di reddito negativo.
Nonostante la Commissione Europea abbia sbloccato la coltura di terreni da tenere normativamente incolti al fine di consentire maggiore autonomia agroalimentare, gli effetti positivi della decisione rischiano di essere annullati dall’aumento dei prezzi di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzature e macchinari.
A livello locale, occorre incrementare il dialogo con gli operatori del settore, al fine di monitorare l’evolversi della crisi ed elaborare insieme soluzioni percorribili.
Sul piano nazionale, bisogna prevedere sgravi e tutele (specifiche per la categoria) per contenere i rincari.
A livello europeo, infine, è necessario un piano comune che tenga conto delle specificità dei singoli Stati e determini un significativo incremento degli aiuti destinati all’Italia, finora insufficienti a rispondere alle difficoltà del comparto.